Presse und Kritiken

Ha evidenziatole potenzialità sonore del «Serassi» utilizzando anche i registri antichi e più aspri.

Magnifico finale del Festival «Antegnati» sugli organi storici bresciani, lunedì sera in Duomo Vecchio con Giampietro Rosato sulla tastiera dell'Antegnati-Serassi. Un folto pubblico, in parte raccolto sotto la grande volta dell'abside, ha potuto seguire un programma di notevole interesse che Rosato ha fatto iniziare significativamente da quell'Andrea Gabrieli che era di poco antecedente alla costruzione dell'organo bresciano. Particolarmente gradita la Canzon Francese detta «Petit Jaquet» tratta dal sesto Libro del veneziano, bella composizione dallà grande libertà formale. Ma questo era solo l'inizio di una bella serata organistica che nel suo programma presentava molti e interessantissimi aspetti della storia musicale europea, ad esempio con il grande Jan Pieterszoon Sweelinck e la sua Fantasia Chromatica dal caratteristico tema discendente e la successiva imponente serie di progressioni. Rosato ha preso spunto dalla successiva Bergamasca di Samuel Scheidt per mostrare al pubblico anche i registri antichi e aspri di questo bellissimo strumento dotato di possibilità molteplici e straordinarie, colorando delicatamente su due linee melodiche, quasi due piani «fisici», il Tiento de medio registro de tiple VII Tono di Francisco Correa de Arauxo per trionfare poi con le grandi sonorità per dipingere in musica la «Batalla» del Tiento XV di Juan Bautista José Cabanilles. D'altra parte la grandiosità non era solo appannaggio di questo tipo di brani; accenti grandiosi sarebbero infatti riemersi in pieno nella Fuga Obligata di Quirinus van Blankenburg che ha, concluso trionfalmente la serata. Ancora, la delicatezza pensosa della Sonata in si minore di Francesco Gasparini in contrasto col piglio deciso della Toccata aperta d'organo di Alessandro Scarlatti. Giampietro Rosato, rispondendo agli applausi del pubblico, indicava col gesto l'organo del Duomo Vecchio.

L.Fert
(da "Brescia Oggi", 10.10.2012)